L’importo minimo sale a 598 euro; tutti gli effetti sull’uscita con Quota 103

L’Inps, con la circolare 1/2024, ha ufficializzato i valori di riferimento per i trattamenti pensionistici, un passaggio utile e necessario sotto diversi profili. Guardando a chi è già in pensione, attraverso la circolare è possibile comprendere quanto andrà a percepire nei prossimi mesi; guardando, invece, a chi sta valutando se lasciare il lavoro utilizzando uno dei diversi strumenti di flessibilità in uscita disponibili, la circolare permette di avere piena contezza dei vari fattori in campo. Per effetto della rivalutazione del 5,4% applicata all’importo 2023, il trattamento pensionistico minimo di riferimento per l’anno in corso è di 598,61 euro. Il trattamento minimo sale a 614,77 euro per gli importi pari o inferiori al minimo di 598,61 euro, per effetto dell’ulteriore incremento del 2,7% previsto dalla legge 197/2022. L’assegno spettante a chi esce con Quota 103, avendo maturato i requisiti nel corso del 2024 non può superare 2.394,44 euro, vale a dire quattro volte il minimo. Per chi ha maturato i requisiti al 31 dicembre 2023 e ha rinviato l’uscita con Quota 103, il tetto sale a 2.993,05 euro, cinque volte il minimo. Il valore dell’assegno sociale è invece fissato a 534,41 euro; tale valore è quello di riferimento per accedere alla pensione di vecchiaia contributiva con età minima a 67 anni, dopo che la legge di bilancio ha eliminato il riferimento ad una volta e mezza.