Dal Mes al premierato, passando per le Europee, il ddl Concorrenza. Tanti i temi affrontati dal presidente del Consiglio nel corso di una lunghissima conferenza stampa. Tra le priorità anche la giustizia e la lotta alla burocrazia

«Non sono una che si spaventa facilmente, preferisco 100 volte andare a casa, hanno a che fare con la persona sbagliata. Ci sono quelli che pensano che possono indirizzare le scelte, ma con me non funziona, io sono il premier e le faccio io, me ne assumo la responsabilità». Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha messo subito in chiaro le cose, nel corso della conferenza stampa che, per motivi di salute, è stata posticipata più volte, fino ad oggi, all’inizio di un anno che si preannuncia «molto complesso per tutti». «Ci sono molte scadenze importanti, le elezioni europee, la presidenza italiana del G7 elezioni. Siamo tutti molto impegnati», ha osservato il premier.
Tre ore intense, durante le quali il presidente del Consiglio ha affrontato tanti temi, incalzata dalle domande dei cronisti presenti, alcuni dei quali hanno cercato di metterla in difficoltà. Missione fallita. Dal premierato – «Non toglie potere al capo dello Stato», ha ribadito, osservando che invece con la riforma costituzionale si crea «un equilibrio che è un buon equilibrio e si rafforza la stabilità dei governi» –, al Mes – «Il Mes è uno strumento che esiste da tempo e io penso che nella reazione dei mercati si legga una consapevolezza rispetto al fatto che è uno strumento obsoleto» –, ai prossimi obiettivi del governo. Inclusa «la messa a terra del nuovo Pnrr che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane». Sul Ddl Concorrenza: «L’appello del presidente» della Repubblica «Mattarella non rimarrà inascoltato, valuterò con gli altri partiti di maggioranza e con i ministri». «È un tema, la stratificazione di problemi che abbiamo che vanno dalla questione delle lungaggini burocratiche ai tempi della giustizia. L’Italia è una nazione in cui molti investirebbero se avessimo maggiori certezze. Penso che queste siano due riforme che servono, la riforma della burocrazia e della giustizia e le considero due delle mie priorità per il prossimo anno», ha aggiunto.
Meloni non ha nascosto qualche insoddisfazione. Come, ad esempio, sulla politica migratoria: «Non ritengo soddisfacenti» i risultati», soprattutto rispetto alla mole di lavoro che ho dedicato a questa materia», ha ammesso. Quello pensionistico, invece, è un tema che «va affrontato in maniera più organica di quanto fatto finora, anche da noi» e va «affrontato anche con le parti sociali se hanno voglia di fare questo lavoro con noi. Io sono fiera del lavoro fatto in manovra sulle pensioni dei giovani», ha detto il premier. Che non ha sciolto la riserva su una sua eventuale candidatura alle prossime Europee: «Penso che sia una decisione che va presa insieme agli altri leader della maggioranza». «Non sarei disposta a fare una maggioranza stabile in Parlamento con la sinistra», un «ragionamento diverso» è il sostegno, «quando si forma la nuova Commissione», ha invece osservato, parlando del voto europeo e di possibili alleanze.