Pronto Soccorso, in migliaia in attesa di ricovero

Dopo un’esperienza come quella del Covid, che ha posto in evidenza la necessità di un Servizio Sanitario Nazionale efficiente, siamo tornati indietro? È questa l’impressione di fronte all’allarme lanciato dai medici del 118 e della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) in occasione delle festività natalizie.
Tra l’aumento dei casi di influenza e quelli di Covid, il sistema delle emergenze è andato in tilt in varie realtà d’Italia con migliaia di pazienti in attesa di ricovero, costretti a sostare ore o giorni nei Pronto Soccorso sempre più affollati. I posti letto ospedalieri scarseggiano ed è riesploso il fenomeno delle “barellopoli”, cioè delle ambulanze del 118 bloccate davanti ai nosocomi e delle barelle che diventano letti provvisori per i malati. Una situazione a dir poco critica.
Sono quindi ripartiti i “turni no stop” per fronteggiare l’emergenza, mentre, ad esempio, la Regione Lazio ha chiesto ai direttori generali delle Asl di richiamare i medici al lavoro dalle ferie al fine di ridurre i disagi. Tantissimi i medici che non si sono potuti fermare né a Natale né a Capodanno. Solo nel Lazio, spiega il presidente Simeu, Fabio De Iaco, sono oltre 1.100 i pazienti in attesa di ricovero.
A livello nazionale, la pressione sui Pronto Soccorso si registra quasi ovunque, tanto che in varie regioni sono stati attivati i piani contro il sovraffollamento. Neanche a dirlo, i posti letto ospedalieri sono insufficienti e l’unica soluzione possibile diventa sottrarre letti ad altre specialità, come ad esempio la chirurgia. «Il problema, ovviamente, non si risolve in questo modo e chiediamo misure strutturali», avverte il presidente Simeu.