L’indice PMI a dicembre si è attestato a 45,3 punti

Prosegue la fase negativa del settore manifatturiero italiano, con l’indice PMI che si è mostrato per il nono mese consecutivo in zona contrazione (ovvero sotto la soglia dei 50 punti) a 45,3. «La forte contrazione – spiega S&P Global, nella consueta analisi sullo stato di salute del settore – è stata maggiormente attribuita al calo della produzione e dei nuovi ordini, che in entrambi i casi è stato il nono consecutivo su base mensile. Le aziende hanno collegato il notevole abbassamento dei nuovi ordini all’attuale debolezza della domanda nazionale e di quella estera». «Malgrado il leggero aumento di dicembre a 45.3, la nuova lettura del PMI non riesce a trasmettere nessun segnale di speranza – ha commentato Tariq Kamal Chaudhry, economista dell’Hamburg Commercial Bank, interpellato da S&P Global -, segnando un declino delle condizioni operative dal mese precedente». «Il settore manifatturiero in Italia – ha proseguito – sta attraversando un momento difficile. La produzione è in caduta libera, e l’attività di acquisto è in flessione. Pare che il settore abbia a malapena ordini in fase di lavorazione, che infatti sono risultati in costante calo per un anno e mezzo». Una situazione simile a quella italiana sta interessando anche Germania e Eurozona nel suo complesso, dove l’indice PMI del settore manifatturiero si è attestato rispettivamente a 43,3 e a 44,4 punti. Male anche la Francia dove si è registrato il peggioramento maggiore delle condizioni operative in oltre tre anni e mezzo Al contrario, la Grecia è stata l’unica a riportare un miglioramento, con un indice PMI di 51,3 punti.