Ancora nessuna soluzione per gli ex stabilimenti Ilva e per la triestina Wärtsilä

Si attendevano risposte concrete e, invece, è arrivata una doppia fumata nera che rimanda tutto a gennaio. Resta alta la preoccupazione delle federazioni di categoria dei metalmeccanici di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, impegnate da settimane, quasi senza soluzione di continuità, in tavoli di confronto al Ministero delle imprese e del made in Italy, con puntate anche su Palazzo Chigi. La prima fumata nera è arrivata dal consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia che gestisce gli stabilimenti ex Ilva. Nessun accordo fra i due soci sull’aumento di capitale. InvItalia, che rappresenta il governo italiano, continua a spingere, ma il partner industriale, il gruppo franco-indiano di ArcelorMittal, prende tempo, rinviando ogni volta la decisione. Una situazione che ha pesantissime ricadute pure sull’indotto, con le imprese del bacino di Taranto che hanno appena chiesto ai sindacati l’apertura di un confronto per la valutazione del ricorso alla cassa integrazione. L’altra fumata nera è arrivata dalla vertenza Wärtsilä, il colosso della produzione di motori marini, che ha deciso di trasferire larga parte della attività da Trieste in Finlandia. In vista della scadenza degli ammortizzatori sociali, la riunione si è incentrata sull’ipotesi di prorogare l’accordo di solidarietà per altri sei mesi. Ad essere coinvolti sono circa 300 lavoratori. Il tavolo di confronto è stato aggiornato al 9 gennaio.