I vantaggi maggiori sono per i dipendenti con reddito lordo superiore a 35mila euro annui

La legge di bilancio, in via di definitiva approvazione da parte del Parlamento (il via libera è, infatti, atteso per il 29 dicembre), interviene, come noto, sul versante delle pensioni. In diversi casi, si tratta di ritocchi ai meccanismi di uscita, con un allungamento della cosiddetta finestra, vale a dire il tempo intercorrente fra il raggiungimento dei requisiti e l’effettiva uscita, o con una revisione dei requisiti anagrafici o contributivi. Di tutti questi aspetti si parlerà sicuramente nelle prossime settimane, quando dovrebbe ripartire il confronto fra il governo e i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e delle altre parti sociali. Fra le misure che, però, non hanno conosciuto ritocchi vi è quella che incentiva la permanenza al lavoro al raggiungimento dei requisiti previsti per l’uscita anticipata con Quota 103. L’incentivo, peraltro, si estende dal prossimo anno anche al personale medico e sanitario che decide di restare in servizio oltre l’attuale limite anagrafico. Come chiarito dall’Inps con la circolare 82/2023 e con il messaggio 4558/2023, i lavoratori che decidono di proseguire l’attività possono decidere di rinunciare all’accredito contributivo della quota di contributi a loro carico, con erogazione direttamente in busta paga. Considerando il taglio del cuneo contributivo, il vantaggio maggiore è per chi percepisce un reddito annuale superiore a 35mila euro lordi.