Il governo punta al superamento della logica che ha caratterizzato il Reddito di cittadinanza

Con la pubblicazione in gazzetta ufficiale 293 del decreto ministeriale 13 dicembre 2023 e con l’apertura della piattaforma informatica sul sito dell’Inps, con la possibilità di presentare la domanda già dal 18 dicembre, si è messa formalmente in moto la macchina che porterà al definitivo superamento del Reddito di cittadinanza, attraverso il doppio canale, del Supporto per la formazione e il lavoro, attivo da settembre, e l’Assegno di inclusione, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2024. L’Assegno di inclusione è istituito, ai sensi dell’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 48/2023, come misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce sociali. L’articolo 2 del decreto ministeriale 13 dicembre qualifica l’Assegno di inclusione come misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata alla prova dei mezzi, quindi al possesso di determinati requisiti, e all’adesione ad un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. Un percorso che prevede una serie di passaggi, con il coinvolgimento di diversi attori, ad iniziare dal segretario sociale, vale a dire il servizio che gli enti locali mettono a disposizione dei loro cittadini che hanno la necessità di avere un sostegno economico diretto e in servizi. A tal proposito, è dal qualche anno che è stato indicato come livello essenziale della prestazione la presenza di un o una assistente sociale ogni 6.500 residenti, con l’obiettivo di scendere a uno ogni 5mila.