Per Hamas no ad accordi senza cessate il fuoco duraturo

Con il rifiuto da parte di Hamas della proposta israeliana di sette giorni di tregua in cambio del rilascio di 40 ostaggi, la strada per un accordo di cessate il fuoco, seppur temporaneo, si complica. Hamas accetterebbe un compromesso solo in caso di fine ostilità da parte delle forze israeliane, circostanza che al momento resta remota, anche se alcune fonti sostengono che Israele avrebbe allargato la proposta di pausa a due settimane. Nonostante il quadro complesso, le diplomazie restano al lavoro e c’è chi – Usa in testa – si continua a dire ottimista nel raggiungimento di un accordo. Al Consiglio di sicurezza dell’Onu, intanto, stando ai media internazionali, gli Stati Uniti dovrebbero sostenere una risoluzione per l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza, che tuttavia non prevede un riferimento esplicito alla sospensione delle attività militari, ma più una graduale e sostenibile cessazione delle operazioni. Durante la settimana sono slittati diversi voti su ipotesi di cessate il fuoco vero e proprio. Mentre la guerra prosegue – oggi Israele ha anche riferito di avere colpito postazioni degli Hezbollah in Libano –, il New York Times, che cita indagini video e prove visive raccolte tramite intelligenza artificiale, rivela che nelle prime sei settimane di guerra a Gaza, l’esercito israeliano ha usato abitualmente una delle sue bombe più distruttive in aree considerate sicure per i civili. Un portavoce militare israeliano ha dichiarato al giornale statunitense che la priorità è distruggere Hamas e che «questioni di questo tipo saranno esaminate in una fase successiva», sostenendo inoltre che l’Idf prende le dovute precauzioni «per mitigare i danni ai civili».