Francia, sinistra in rivolta per la legge sull’immigrazione

La situazione in Francia è seria. Tre ministri hanno minacciato le dimissioni, uno le ha presentate, a causa dell’approvazione della legge sull’immigrazione voluta dal Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron. Diversi articoli hanno sollevato le ire della sinistra, visto che ad essi hanno dato voto favorevole sia la destra Républicains sia il Rassemblement National. Le cronache raccontano di una riunione infuocata ieri all’Eliseo prima del voto, durante la quale, appunto, tre ministri hanno minacciato le dimissioni. A rischio di cedimento anche pezzi della maggioranza, dai centristi fino agli stessi macroniani di Renaissance. Non è la prima volta che Macron, pur di imporsi, arriva alle estreme conseguenze, a strappi che, tuttavia, alla fine lo vedono sempre rimanere in piedi. Un articolo del Il Foglio di oggi titola molto eloquentemente «Il trionfo di Le Pen sull’immigrazione» e come sottotitolo «L’accordo trovato in Francia è un mix sovranista e gollista. Rivolta a sinistra». Macron è nato come un “ibrido” politico, perché meravigliarsene? A quanto pare, non è piaciuto l’inasprimento delle prestazioni sociali. Come per la concessione degli assegni familiari: anche gli immigrati regolarizzati e con un lavoro non li riceveranno nei primi 30 mesi. Il secondo motivo di attrito è l’emendamento che chiede la cauzione a uno studente straniero per poter venire a studiare in Francia, norma che inasprisce i criteri per il ricongiungimento familiare. Poi anche quello che istituisce, per diversi anni, quote di immigrati da stabilire in Parlamento e la discrezionalità assegnata ai prefetti nella concessione dei documenti di regolarizzazione.