Da Cop 28 gettate le basi per il cambiamento. Al Jaber, «decisione storica per accelerare l’azione sul clima»

I quasi 200 Paesi partecipanti alla conferenza di Dubai COP 28 hanno approvato per consenso un documento che recepisce la bozza preparata dagli Emirati Arabi Uniti. Il presidente del summit, qualche giorno fa molto criticato, ha dichiarato: «Abbiamo gettato le basi per realizzare un cambiamento». Tutti d’accordo, dunque, si tratta di un accordo storico. «Per la prima volta in assoluto» nella storia delle Cop «abbiamo scritto combustibili fossili nel testo», ha detto il presidente della Cop28 Sultan Al Jaber nel discorso dopo l’approvazione del “Global Stocktake”, il bilancio degli impegni presi a tutela dell’ambiente. Cosa rende storico, allora, il documento? L’impegno a «transitare fuori» dai combustibili fossili entro il 2050. È vero, il vertice si è prolungato più del dovuto pur di arrivare ad un accordo, che è giunto, con un lungo applauso di tutti, dopo l’ennesima notte di negoziazione. La Cop28 doveva essere già terminata ieri sera, perché le bozze precedentemente proposte avevano scontentato quasi tutti. La mediazione vincente è stata un documento di 21 pagine che non contiene il termine “uscita” e approvato senza un vero voto, attraverso l’impegno UE a ridurre le emissioni di gas serra con la formula «transition away» (e non «phase out», cioè «eliminazione graduale», che aveva fatto innervosire i paesi Opec) e quindi, tradotto letteralmente, a «transitare fuori» dai combustibili fossili e accelerare tale azione «in questo decennio cruciale al fine di raggiungere la neutralità del carbonio nel 2050».