Le Banche Centrali e il (prossimo?) taglio dei tassi

C’era oggi molta attesa sui dati dell’inflazione americana, rimasta sostanzialmente stabile, quindi, in rallentamento, determinato dalla stretta monetaria, e in vista di domani, quando la Fed si pronuncerà sui tassi di interesse.
Gli analisti e i mercati, che in giornata hanno mostrato un avvio positivo e in rialzo, si attendono dalle Banche centrali tassi di interesse invariati e dichiarazioni caute. I prezzi al consumo Usa di novembre al 3,1% rafforzano l’aspettativa che sia definitivamente terminato il ciclo di rialzo dei tassi e che, di conseguenza, si possa sperare di vedere diminuire i costi del finanziamento nei prossimi mesi. Decisione che domani spetta alla Fed, mentre giovedì alla Bce e alla Boe (Bank of England). Anche la Banca centrale europea dovrebbe decidere di mantenere invariati i tassi e perciò i mercati fanno previsioni sui tagli futuri. Secondo Agi.it molto probabilmente il governatore Jerome Powell (Fed) e la presidente Christine Lagarde (Bce) proverranno a ridimensionare le attese sui tagli prezzati dal mercato per il 2024, che sono di 125 punti base per la Bce e di 140 punti base per la Fed. Anche perché, a quanto pare, il Comitato di politica monetaria ha votato 6-3 a favore del mantenimento dei tassi invariati, con tre membri a favore di un aumento di 25 punti base. La Bce ha inoltre sottolineato che è probabile che la politica monetaria rimanga restrittiva per un periodo prolungato al fine di riportare l’inflazione verso l’obiettivo del 2%.