Dal 2019, secondo i calcoli dell’Inps, sono stati spesi in totale 34 miliardi di euro

A poche settimane dall’avvio dell’assegno di inclusione, la cui partenza è prevista per il 1° gennaio 2024, anche se già dal 18 potranno essere presentate le istanze, dall’Inps arrivano i dati di consuntivo del reddito di cittadinanza, lo strumento introdotto con il decreto-legge 4/2019 dal primo governo Conte. Nel complesso, a partire dalla primavera del 2019, l’Inps ha erogato risorse per 34 miliardi di euro. L’importo medio mensile è stato di 540 euro, mentre il momento di massima erogazione è stato nel corso del 2021 con 8,8 miliardi di euro e 1,3 milioni di famiglie beneficiarie. Il dato è strettamente connesso alle dinamiche del Covid-19: durante il 2020, infatti, in molti hanno potuto beneficiare della cassa integrazione in deroga che si è ridotta nell’anno successivo, quando, nel frattempo, molto aziende hanno chiuso l’attività. Il picco per famiglie assistite si è registrato, però, lo scorso gennaio. Forti polemiche ha suscitato il dato relativo alle assunzioni agevolate, appena 1.500 dal 2019. Dividendo questo dato con la spesa complessiva, viene infatti fuori la cifra monstre, anche se impropria, di 22 milioni di euro per ogni posto di lavoro. Proprio su questo aspetto, peraltro, si sono concentrate in passato le attenzioni di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e dello stesso governo che pone grande aspettativa sull’introduzione da settembre del supporto per la formazione e il lavoro.