di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Lo sciopero per un sindacato è lo strumento “estremo”, perché comporta conseguenze significative per i lavoratori in termini di perdite economiche ed inasprimento delle relazioni industriali. Eppure si tratta di un mezzo fondamentale per difendere i diritti e gli interessi dei dipendenti, attirando l’attenzione dei datori di lavoro e dell’opinione pubblica sulle questioni più importanti. Un «atto grave e solenne, da usare con grande parsimonia per difenderne il valore civile e morale», come lo definiva lo storico segretario generale della Cgil Di Vittorio. Da non svilire trasformandolo in uno strumento di lotta politica, contro governi percepiti come “avversari”, ma da utilizzare quando necessario, per rivendicare le proprie ragioni di fronte alla controparte, ovvero essenzialmente i datori di lavoro – sembrerebbe superfluo ricordarlo, ma forse non è più cosa così universalmente nota – sia privati che pubblici, oppure, in alcuni specifici casi, l’Esecutivo in carica, a prescindere dal suo colore. Per non intaccare il valore essenziale dell’indipendenza delle rappresentanze dei lavoratori, cosa che non significa non avere un’identità ed una visione, ma vuol dire garantire ai lavoratori la migliore difesa possibile dei loro interessi, messi in cima ad ogni scala di priorità e convenienza. Questo è il modo di pensare, e di conseguenza di agire, della nostra organizzazione, che, a causa dell’incidente ferroviario avvenuto in provincia di Cosenza lungo la linea Sibari-Catanzaro, nel quale hanno perso la vita la capotreno del convoglio regionale e il conducente di un camion, ha deciso di prendere parte allo sciopero di oggi del settore, di tutto il Gruppo Fs italiane e di tutte le imprese ferroviarie. Un’adesione convinta da parte dell’Ugl Ferrovieri, sostenuta da tutta la Confederazione, perché quanto accaduto martedì scorso non rappresenta, purtroppo, un caso isolato, ma un evento che segue una lunga serie di incidenti ferroviari. Come quello di Brandizzo, in Piemonte, dello scorso agosto, costato la vita a cinque lavoratori, per citare un avvenimento particolarmente eclatante e recente. Oltre ad esprimere il doveroso cordoglio ai familiari delle vittime, è necessario agire, chiedendo al Governo di intervenire con urgenza per garantire una maggiore attenzione nei confronti della salvaguardia dei lavoratori del comparto, con azioni di adeguamento delle infrastrutture ed in particolare dei passaggi a livello, controlli capillari e maggiore formazione, presupposto fondamentale per favorire la cultura della sicurezza sul lavoro. Bisogna, insomma, compiere tutti gli atti necessari affinché anche nell’ambito dei trasporti ferroviari si possa con serenità “lavorare per vivere”. In questo caso, con la fermezza con la quale in altre occasioni lo abbiamo ritenuto inopportuno, sosteniamo che scioperare sia doveroso.