di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Intervenire nelle periferie disagiate delle città è una necessità importante per ragioni di equità ed inclusione sociale, dando a tutti un contesto dignitoso nel quale vivere riducendo le disuguaglianze, per motivi di sicurezza, ovvero per contrastare criminalità e degrado, e infine per promuovere lo sviluppo economico, le attività e l’occupazione regolare. Con misure che, a lungo termine, vanno a beneficio non solo delle singole comunità coinvolte, ma dell’intera collettività. Spesso in Italia occorrono fatti sconvolgenti per smuovere la coscienza collettiva e spingere ad interventi più mirati su problematiche note, ma prima date quasi per scontate e considerate in un certo senso immutabili. E che invece possono e devono essere affrontate e sconfitte. Sta accadendo ora in merito alla violenza contro le donne, sull’onda del brutale omicidio di Giulia Cecchettin. È accaduto anche qualche tempo fa dopo i terribili fatti di Caivano, con le aggressioni ai danni di due ragazzine. Anche in questo caso c’era il tema della violenza contro il genere femminile, ma in un contesto di profondo degrado e del clima di intimidazione che si respira nelle periferie e nelle zone meno sviluppate del Paese, con come target principale i minori, vittime di soprusi, oppure coinvolti in contesti di microcriminalità. Il Governo ed il Premier Giorgia Meloni hanno subito preso a cuore il caso Caivano, mettendo in campo una serie di azioni mirate ad una “bonifica” dell’area per promuovere sicurezza, sviluppo e inclusione sociale. In particolare attraverso la legge 159 del 13 novembre scorso, che ha convertito il cosiddetto “dl Caivano” dell’Esecutivo, puntando su misure volte a contrastare con più fermezza la criminalità minorile. Ed ora, per un intervento ad ampio spettro – dato che una strategia efficace di contrasto a qualunque tipo di problema sociale si fonda sia su una decisa repressione dei reati, che su misure adeguate di prevenzione – come annunciato oggi dal ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, verrà anche implementata la struttura amministrativa del Comune di Caivano, con il reclutamento di nuovo personale: 31 nuovi dipendenti, di cui 15 vigili urbani, sei assistenti sociali e sei educatori scolastici, con una procedura di selezione si chiuderà a metà dicembre, ma che già ha visto la presentazione di centinaia di domande. Per «garantire il ritorno dello Stato in quel territorio», come detto dallo stesso ministro. Un provvedimento che completa le azioni di ripristino delle strutture sociali del Parco Verde, oggi la posa della prima pietra del nuovo Centro Delphinia, alla presenza del ministro Abodi, con l’intenzione di rendere quello della rinascita di Caivano un modello da estendere alle tante altre aree critiche del nostro Paese, per ridare loro concrete speranze di inclusione e sviluppo.