Israele e Hamas si accusano di violazione della tregua

L’accordo di tregua umanitaria nella Striscia di Gaza tra Israele e Hamas è stato esteso di due giorni, mentre prosegue lo scambio di ostaggi in mano all’organizzazione terroristica e detenuti palestinesi. Si lavora per un ulteriore allungamento del cessate il fuoco, anche se l’obiettivo dichiarato del Qatar – particolarmente attivo nella mediazione tra le parti in queste settimane – è quello di giungere a una definitiva conclusione delle ostilità. Nello specifico il ministero degli Esteri del Qatar ha fatto sapere di star «lavorando per rafforzare il ruolo della mediazione per raggiungere una tregua e poi il cessate il fuoco permanente, le priorità della mediazione sono donne e bambini, poi i maschi civili ed i militari». Proprio a Doha si registra l’incontro del capo del Mossad, David Barnea, e del direttore della Cia, Bill Burns, più alti funzionari del Qatar. Lo scopo, concordano in questo senso i media statunitensi, è quello di riuscire ad allungare la tregua, con Burns che starebbe facendo pressioni per la liberazione a breve degli ostaggi statunitensi (dovrebbero essere otto o nove). Nonostante la tregua, non mancano le tensioni. Le Forze di difesa israeliane, infatti, hanno denunciato una violazione dell’accordo. Un portavoce israeliano ha riferito che nelle ultime ore tre ordigni esplosivi sono stati attivati contro le Idf, in due zone nel nord della Striscia di Gaza. Ma analoga è anche la versione di Hamas, che a sua volta ha accusato Israele di violazione della tregua.