Calderoli: «La riforma della Giustizia che sia stata messa in un cassetto lo sostiene Renzi»

La vocazione riformista del governo non è venuta meno, ad oltre un anno di distanza dall’insediamento. Al netto di tutte le difficoltà del caso – riforme di così ampio respiro incontrano ostacoli lungo i rispettivi percorsi –, i lavori proseguono e devono continuare a farlo su binari paralleli, «di pari passo». Questa è la posizione espressa dal vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e condivisa all’interno della maggioranza: «Credo che le tre riforme», giustizia, premierato e autonomia differenziata, «debbano andare di pari passo», ha detto il titolare della Farnesina, osservando che quella della giustizia «è veramente urgente». «Non solo per garantismo, ma perché i processi lumaca ci costano il 2-3% del Pil. Una giustizia giusta e rapida è efficace nell’attirare investimenti», ha proseguito, sostenendo che «ci vuole un’accelerazione». I lavori non sono infatti stati sospesi, come invece sostenuto da alcuni che si trovano tra i banchi dell’opposizione: «La riforma della Giustizia che sia stata messa in un cassetto lo sostiene Renzi, che fa l’opposizione e legittimamente critica tutto e tutti. Ma la volontà da parte di questa maggioranza di riformare la giustizia c’è», ha assicurato il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, intervenendo a margine dell’evento Italia Direzione Nord, a Milano. «A me sembra che la riforma della giustizia sia in una fase di dibattito parlamentare e credo che il Parlamento debba dire la sua in merito a questa materia. È una materia che deve essere affrontata così come noi l’avevamo affrontata per via referendaria», ha concluso Calderoli.