Il Presidente del Consiglio dei ministri è eletto a suffragio universale e diretto

L’articolo 3 del disegno di legge costituzionale, presentato dalla premier Giorgia Meloni e dalla ministra Maria Elisabetta Alberti Casellati, rappresenta, per molti versi, il cuore stesso del provvedimento, in quanto va a modificare l’articolo 92 della Costituzione, la cui attuale formulazione prevede, al comma primo, che «il Governo della Repubblica è composto dal Presidente del Consiglio dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri», e, al comma secondo, che «il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri». L’articolo 3 del disegno di legge costituzionale non modifica il comma primo, mentre riscrive la seconda parte dell’articolo 92. Il Presidente del Consiglio, se passa la riforma governativa, è eletto a suffragio universale e diretto con un mandato della durata di cinque anni. Le votazioni per Senato e Camera e quella per il Presidente del Consiglio avvengono contestualmente, con la disciplina del sistema elettorale demandato ad una legge, tenendo conto dei principi di rappresentatività e di governabilità. Sempre l’articolo 92 nella nuova formulazione prevede l’assegnazione su base nazionale di un premio tale da garantire il 55% dei seggi in ciascuna delle due Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio dei ministri eletto. Quest’ultimo è eletto nella Camera nella quale ha presentato la sua candidatura. La conseguenza diretta di questa previsione è che non può essere Presidente del Consiglio dei ministri chi non si sia candidato alle elezioni politiche. Il terzo comma del nuovo articolo 92 dispone che il Presidente della Repubblica conferisca al Presidente del Consiglio dei ministri eletto l’incarico di formare il Governo (attualmente il Presidente della Repubblica, come visto, nomina il Presidente del Consiglio). Su parere del Presidente del Consiglio dei ministri eletto, il Presidente della Repubblica nomina i ministri (come, peraltro, accade anche adesso).