Confindustria: «frenata economia c’è». È il monito che il presidente degli Industriali ha inviato al governo Meloni

Non possiamo «chiudere gli occhi», «non possiamo semplicemente sperare che tutto passi, questi anni ci hanno insegnato che nell’economia internazionale le crisi improvvise sono diventate sempre più frequenti, rapide e imprevedibili». Così Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, è intervenuto alla due giorni del “Lombardia World Summit 2023”, evento di rilievo sulle sfide del futuro con le quali si dovrà confrontare la Lombardia a livello europeo e mondiale. Nonostante la capacità mostrata dalla Lombardia e dal Nord di «saper realizzare balzi in avanti affrontando difficoltà estreme», «il sovrapporsi di sempre nuove frustate esogene ha via via frenato al ribasso l’impetuosa crescita del biennio precedente e questa frenata si avverte». Non solo, per Bonomi emerge «sempre più evidente il rischio di rompere nei prossimi 3-5 anni il mercato unico europeo». Perché? «Già oggi Germania e Francia garantiscono alle proprie imprese costi pluriennali e quantità di energia elettrica e l’Italia non si può permettere per il suo alto debito e la mancanza di generazione da energia nucleare – ha proseguito – Questi freni limiteranno ancora di più la crescita e lo sviluppo proprio di aree come la Lombardia e il Nord dove si concentra il più dell’attività e dell’export manifatturiero, dell’innovazione della ricerca nei settori a più alto valore aggiunto». Una riflessione che più che al governo Meloni, favorevole ad una svolta sul “nucleare sostenibile”, andrebbe indirizzata a governi precedenti. Fatto sta che se Lombardia e Nord entrano in sofferenza, ne risente tutto il Paese. «La frenata si avverte in Lombardia e tutto il Nord e non possiamo fingere di non vederla. Questi anni ci hanno insegnato che esiste un new normal, nell’economia internazionale, le crisi improvvise sono diventate sempre più frequenti, rapide e imprevedibili».