di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Si riusciranno ad intessere nuove relazioni nell’Ue, basate su una più stretta collaborazione tra gli Stati europei ed una maggiore attenzione nei confronti delle istanze dei vari Paesi membri e non solo del gruppo di “nord-ovest” guidato da Germania e Francia? La speranza c’è, non solo perché sarebbe un atteggiamento più equo e alla fine più utile per tutti, ma anche perché le elezioni per il rinnovo dell’Europarlamento sono alle porte e ci sono forti segnali di un desiderio di cambiamento che aleggia nel Vecchio Continente, come testimonia l’esito inaspettato, dai media, delle ultime elezioni nei Paesi Bassi, con la vittoria della destra di Wilders. I partiti in lizza, compresi quelli che sostengono i governi in carica, per ottenere consenso, hanno bisogno di dimostrare ai propri elettori di avere idee innovative sui temi caldi che interessano i cittadini, da quelli economici a quelli sociali, questione migratoria in primis. E così, nel corso dell’incontro tra il Presidente del Consiglio ed il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, in occasione del vertice intergovernativo a Berlino tra l’Italia e la Germania, si sono ottenuti buoni risultati anche con un Paese per noi particolarmente “ostico”, eppure fondamentale, dato il suo ruolo in Europa e dati anche gli stretti rapporti commerciali con l’Italia. E poi, onore al merito, vanno anche riconosciute al nostro Premier Giorgia Meloni idee chiare e fermezza nel difendere l’interesse nazionale unite ad una buona dose di carisma personale e capacità di dialogo, ovvero l’esatto contrario di quanto prospettava, prima del suo ingresso a Palazzo Chigi, la cosiddetta intellighenzia italiana, troppo impegnata a fare il tifo per la sinistra per riuscire a svolgere analisi obiettive e previsioni centrate. I risultati raggiunti sono contenuti in un piano d’azione firmato da Meloni e Scholz con l’intenzione di consolidare la «forte relazione» tra i due Stati. Collaborazione in materie economiche e sociali, su innovazione ed energia, ambiente e clima, politica estera e di difesa, immigrazione e cultura. Fondamentale, nonostante condizioni di partenza e necessità molto diverse, l’aver raggiunto una maggiore intesa su una questione particolarmente spinosa come quella del rinnovo del Patto di Stabilità e Crescita, questione sulla quale le posizioni di partenza erano diametralmente opposte. Un «cambio di passo» sintetizzato dalle parole di Scholz, che ha parlato di progressi nella trattativa: «Il criterio di stabilità deve avere un ruolo importante ma non vogliamo che un Paese debba seguire un programma di austerity». Certo, molti nodi restano ancora irrisolti, ma qualcosa si sta muovendo in vista dei prossimi appuntamenti per discutere del nuovo Patto, per la definizione delle regole per il rientro del debito tenendo conto però, come vorrebbe l’Italia, degli investimenti già pianificati.