Imballaggi, «grande vittoria del sistema Italia».Primo sì Ue a stretta sulla direttiva packaging e deroghe per riciclo

Sugli imballaggi «grande vittoria italiana». Ha così commentato il voto del Parlamento Europeo sul regolamento imballaggi il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. L’Italia stava, davvero, rischiando grosso: il regolamento o direttiva europeo ha come obiettivo quello di avviare una rivoluzione copernicana sul packaging. Una rivoluzione interrotta o «annacquata», secondo alcuni, dalle tante deroghe e, però, passata comunque a larga maggioranza, andando incontro alle richieste del governo Meloni e delle imprese italiane, e votata alla fine in modo “contrastante”. Il testo partiva da un presupposto: passare dalla logica del riciclo a quella del riuso. La proposta di regolamento prevedeva una riduzione dei rifiuti prodotti dagli imballaggi del 5% entro il 2030, del 10% per il 2035 e del 15% entro il 2040; gli imballaggi in plastica del 10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040. L’Italia è l’hub dell’industria del riciclo e con la direttiva avrebbe ricevuto molti danni. Il testo approvato ieri ha ammorbidito quelle misure e ha escluso dal divieto del monouso gli Stati, come l’Italia, che hanno un livello di riciclo di almeno l’85% a partire dagli anni 2026-27. Così il cartone per la pizza, il contenitore di un hamburger da fast food resteranno ancora per molto tempo. Stessa cosa per le buste delle insalate pronte, stessa cosa per i contenitori a contatto con i cibi freschi. Fuori da ogni divieto anche i cartoni per i grandi elettrodomestici o i contenitori usati dalle piattaforme e-commerce. Il testo prevede invece che il 10% degli imballaggi delle bevande alcoliche debbano essere riutilizzabili entro il 2030. Nonostante i risultati ottenuti, Fdi e Lega si sono espresse contro, ma FI a favore. Per Confindustria «hanno vinto l’economia circolare, la scienza e il buon senso».