di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Nell’analisi della Finanziaria, il nostro sindacato ha cercato di mantenere l’atteggiamento che lo contraddistingue e del quale andiamo orgogliosi, ovvero una valutazione il più possibile obiettiva e circostanziata delle misure, con uno spirito critico esercitato in modo costruttivo e non fazioso, indipendentemente dal colore del governo. Perché il nostro fine resta quello di garantire ai lavoratori italiani le migliori condizioni possibili, con il dovere di difendere l’interesse generale del Paese. Un modo di essere che portiamo avanti sempre, e l’abbiamo dimostrato in molte occasioni. Ad esempio durante il difficilissimo periodo della pandemia da Covid-19, quando sarebbe stato estremamente semplice cavalcare il malessere diffuso nella società a causa delle dure misure restrittive, impattanti sia sul mondo del lavoro che sulla vita quotidiana, per ottenere qualche nuovo consenso ed ulteriore visibilità. Un periodo nel quale, invece, abbiamo preferito mantenere un approccio equilibrato, cercando di sostenere con giudizio le istanze di libertà assieme a quelle di sicurezza, in quel caso sanitaria, partecipando attivamente alla definizione dei Protocolli per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus nei luoghi di lavoro. Anche al giorno d’oggi, mentre il dibattito politico e sociale è incentrato sulla manovra del Governo Meloni, abbiamo voluto mantenere la stessa condotta. Oltre che nelle iniziative quotidiane del sindacato, anche organizzando uno specifico evento, tenutosi lunedì scorso a Roma, dal titolo “Disegno di Legge di Bilancio 2024. Luci e ombre di una Manovra con un forte impatto sociale”, per analizzare attentamente le misure contenute nella Finanziaria, punto per punto, evidenziandone pregi e difetti, evitando un approccio aprioristico e puntando, invece, sulla concretezza delle osservazioni e delle proposte. L’impianto del disegno di Legge di Bilancio ci è apparso nel suo complesso condivisibile e l’abbiamo sottolineato chiaramente. Le misure previste, infatti, avranno un impatto sociale significativo contribuendo al rafforzamento del potere d’acquisto dei lavoratori minacciato dall’aumento dell’inflazione. Con il taglio del cuneo contributivo al 7% per i redditi da lavoro dipendente fino a 25mila euro e del 6% per i redditi fino a 35mila euro. Con la conferma della detassazione agevolata sugli accordi di produttività, la detassazione dei fringe benefits fino a 2mila euro per lavoratori con figli, il rinnovo dei contratti collettivi delle amministrazioni statali e del Servizio sanitario e la conferma delle garanzie sui mutui prima casa. E con le altre misure di welfare, dalla Carta ‘Dedicata a te’ all’aumento del bonus asilo nido. Queste le tante luci della manovra, le ombre essenzialmente sul fronte previdenziale, con misure che non abbiamo condiviso e per modificare le quali chiediamo di avviare una riforma coraggiosa, fondata su flessibilità in uscita, equità e salvaguardia dei diritti acquisiti dai lavoratori. Si può avere, quindi, uno spirito critico, ma costruttivo.