Intesa su rilascio ostaggi. Onu: «Molto resta da fare»

Hamas ha annunciato che la tregua per il rilascio degli ostaggi verrà avviata alle 10 domani mattina. Il tanto atteso accordo tra le parti in guerra è arrivato nelle scorse ore dopo. La pausa dei combattimenti sarà di quattro giorni, così da consentire il rilascio di 50 ostaggi israeliani caduti nelle mani di Hamas negli attacchi del 7 ottobre. Da parte sua Israele libererà 150 palestinesi detenuti nelle sue prigioni e agevolerà l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Il Times of Israel spiega che il cessate il fuoco potrebbe durare al massimo dieci giorni: la prima fase di quattro giorni prevede che siano liberati almeno dieci ostaggi ogni giorno, in una seconda fase Israele potrebbe poi rilasciare altri 150 detenuti palestinesi in cambio di ulteriori 50 ostaggi. Sebbene non abbia partecipato alle trattative, anche Hezbollah ha fatto sapere che aderirà alla pausa degli scontri. Oltre al Qatar, paese che ha mediato nelle negoziazioni (e agli Stati Uniti che hanno caldeggiato l’ipotesi di tregua fin dall’inizio), l’intera comunità internazionale esulta per l’intesa raggiunta. Anche se, sottolinea l’Onu, «molto resta da fare». La Turchia, tra i principali critici di Israele per la risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre, ha affermato, tramite il ministero degli Esteri, di aspettarsi «il pieno rispetto dell’accordo di pace umanitario». «Ci auguriamo che questa pausa umanitaria aiuterà a porre completamente fine al conflitto, il prima possibile, e ad avviare un processo verso una pace giusta e duratura sulla base di una soluzione con due Stati», aggiunge Ankara in un comunicato dove ringrazia il Qatar per la mediazione.