L’ipotesi è allo studio del Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali starebbe ragionando sull’ipotesi di anticipare la domanda per l’accesso all’assegno di inclusione, lo strumento che andrà a sostituire il reddito di cittadinanza a partire dal 1° gennaio prossimo. Il timore che spingerebbe verso questa decisione deriva dalla preoccupazione che proprio il primo giorno del 2024 si possa verificare un sovraccarico del sistema informatico destinato ad accogliere le richieste. La conferma di questo anticipo arriverà nei prossimi giorni, per cui per il momento resta la scadenza del 1° gennaio 2024. L’Inps stima in 737.400 i nuclei familiari che potrebbero presentare domanda per l’accesso all’assegno di inclusione. Secondo i numeri raccolti dal Sole 24 Ore, i nuclei familiari con almeno un minore sono poco più di 348mila, mentre sono circa 216mila quelli con una persona con disabilità. Quasi 342mila, infine, le famiglie nelle quali è presente almeno una persona con più di 60 anni. Ad oggi, non è dato sapere quanti saranno i nuclei familiari che effettivamente presenteranno la domanda per accedere all’assegno di inclusione. L’esperienza fin qui maturata sul versante del supporto per la formazione e il lavoro, che eroga 350 euro per dodici mesi, potrebbe far pensare ad una sovrastima da parte dell’Inps. Le domande presentate sono state poco oltre 120mila, a fronte di una platea potenziale di circa 200mila unità.