Svimez, sulle infrastrutture, ancora «due Italie». Eppure, in termini di competitività siamo al 7° posto della graduatoria europea

Ancora “due Italie” o un’Italia divisa in due. Secondo Svimez le priorità sono: accessibilità infrastrutturale, buono il posizionamento italiano ma forte eterogeneità interna, con un Nord saturo per quanto riguarda linea stradale e ferroviaria e un Sud che rimane indietro. Nel confronto europeo, l’Italia presenta un buon posizionamento in termini di competitività infrastrutturale attestandosi al 7° posto della graduatoria europea (Commissione Europea, 2022). Emergono, tuttavia o come al solito, profonde disparità territoriali: solamente Lombardia, Piemonte, Lazio, Liguria e Campania superano la media europea, tutte le altre si collocano al di sotto. Ecco le criticità infrastrutturali italiane: sotto-dotazione al Sud e saturazione al Nord; grande ritardo per la rete ferroviaria del Sud: solo 181 km di rete ferroviaria ad alta velocità (12,3% del totale) esclusivamente in Campania; gap enorme per elettrificazione della rete: 58,2% al Sud (come nel 2021, Sardegna unicamente a trazione diesel), 80% al Centro-Nord; bassa quota del doppio binario (31,7% contro il 53,4% al Centro-Nord). La dotazione di infrastrutture stradali del Sud è molto inferiore per estensione della rete autostradale (1,87 km per 100 km2 contro 3,29 al Nord e 2,23 al Centro): in Sardegna nessun km di autostrada, marginali in Basilicata. La lontananza dai mercati motiva gli investimenti in infrastrutture al sud. Nelle regioni meridionali, si registrano maggiori difficoltà di reperimento degli input con ripercussioni negative sul processo produttivo. Per le imprese del Sud i fornitori sono più lontani: le distanze medie per gli acquisti delle imprese è pari a 264,3 km contro il 122,7 del Centro, i 105 del Nord-Ovest e i 94,4 del Nord-Est.