Proprio oggi Italia Viva, con prima firmataria l’On. Maria Elena Boschi, ha presentato in commissione Lavoro alla Camera un emendamento alla proposta di legge sul Salario minimo. L’emendamento propone che «i contratti collettivi possano prevedere la partecipazione di rappresentanti dei lavoratori dipendenti nel consiglio di sorveglianza, per una quota non inferiore a un quinto dei componenti il consiglio stesso». La disposizione si riferisce alle «imprese esercitate in forma di società per azioni o società europea», il cui statuto preveda che «l’amministrazione e il controllo siano esercitati da un consiglio di gestione e da un consiglio di sorveglianza».
Sebbene sia all’interno di una pdl verso la quale l’UGL ha più volte espresso la propria contrarietà, quella sul salario minimo, strumento che si ritiene inutile in Italia o utile soltanto se lasciato alla libera contrattazione tra le parti in causa, va comunque considerato un ottimo segnale il manifestarsi sempre più frequente di iniziative, provenienti da diverse parti politiche e in diverse forme, mirate all’affermazione di uno strumento di concreta e comprovata democrazia economica – come è dimostrato, nei fatti, in Paesi europei, in cui viene praticata – quale è quello della partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili dell’impresa. Come più volte ricordato la partecipazione è uno dei principi fondanti dello Statuto dell’allora Cisnal e ancora oggi dell’UGL e per questo lo rivendichiamo come “nostro” cavallo di battaglia sindacale, per eccellenza. Il rivendicarlo, però, non ci impedisce di apprezzare tutte le iniziative, come quella di Italia Viva fino ad arrivare alla proposta di legge di iniziativa popolare promossa della Cisl, che abbiano come obiettivo quello di realizzare finalmente l’art.46 della Costituzione nel nostro sistema e di arricchire, attraverso la Partecipazione, la cultura della nostra Nazione. L’UGL preferisce appoggiare e dare il proprio contributo a iniziative legislative ad hoc, sempre e comunque interamente dedicate al tema, nate in seno a partiti che conoscono e si battono, da sempre e per propria cultura politica, a vantaggio di uno strumento che, oltre ad essere metro e termometro della collaborazione e assunzione di reciproca di responsabilità tra lavoro e capitale, ha la concreta potenzialità di aumentare il salario delle lavoratrici e dei lavoratori e di sostenere, come ulteriore effetto, la crescita economica del nostro sistema,
Un altro vantaggio per la Nazione, nella quale la polarizzazione delle opinioni è sempre più marcata, nella quale il recente dibattito sul diritto di sciopero ha esacerbato a fini squisitamente strumentali una conflittualità tra politica e sindacato controproducente per gli interessi e i diritti dei lavoratori, è che richiederebbe una radicale trasformazione delle relazioni industriali e sindacali, portando ad una maggiore maturità, responsabilità e collaborazione tra due soggetti, capitale e lavoro, che a qualcuno fa ancora comodo vedere seduti su opposte barricate, in un’imperitura quanto sterile conflittualità.