Giulia è morta dissanguata, raggiunta da coltellate fatali

Totale incapacità di autocontrollo. È quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal gip nei confronti di Filippo Turetta, l’ex fidanzato di Giulia Cecchettin, accusato di averla uccisa e ritenuto dal giudice «socialmente pericoloso» e «totalmente imprevedibile». Secondo le ultime ricostruzioni emerse dalle indagini, sabato pomeriggio, intorno alle 18, Filippo è passato a prendere Giulia a casa per andare al centro commerciale di Marghera, dove avrebbero cenato per poi riandarsene. A quel punto, Filippo avrebbe guidato fino al parcheggio di un asilo nido, a circa 150 metri dall’abitazione di Giulia, dove si sarebbe verificata una prima lite, alla quale avrebbero assistito dei testimoni. Già in quel parcheggio Giulia sarebbe stata ferita, come confermato anche da alcune macchie di sangue trovate sull’asfalto. Sul posto è stato rinvenuto anche un coltello, al vaglio del reparto scientifico per stabilire se è l’arma del delitto. Stando alle indagini, Turetta avrebbe poi portato Giulia in un parcheggio della zona industriale di Fossò, dove le telecamere di sorveglianza immortalano Giulia che tenta di fuggire e Filippo che la raggiunge, la blocca a terra e poi la porta di peso fino alla macchina. Il corpo della giovane viene poi ritrovato in una zona di montagna. Secondo i primi esami autoptici il decesso sarebbe sopraggiunto per dissanguamento. Attualmente l’ex fidanzato della vittima è detenuto nel carcere di Halle, in Germania, in attesa di essere estradato in Italia. «Mio figlio Filippo dovrà pagare per quello che ha fatto», si legge in una lettera inviata dal padre di Filippo al padre di Giulia.