«Proseguire nella strada per fermare questa barbarie». Il premier ha ricordato che mercoledì approderà in aula al Senato il disegno di legge che prevede il rafforzamento delle misure di tutela delle donne in pericolo

Anche il dibattito politico ha dedicato ampio spazio all’omicidio di Giulia Cecchettin. D’altronde sta anche alla politica trovare soluzioni ad una piaga sociale, intollerabile. «Ogni singola donna uccisa perché colpevole di essere libera è una aberrazione che non può essere tollerata e che mi spinge a proseguire nella strada intrapresa per fermare questa barbarie», ha scritto ieri sulle piattaforme social il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ricordando che «è già stato approvato all’unanimità dalla Camera, e mercoledì sarà in aula al Senato» il disegno di legge del governo che prevede «il rafforzamento delle misure di tutela delle donne in pericolo». Dall’opposizione, la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, ha chiesto una legge per l’educazione al rispetto e all’affettività, proponendo la sospensione dello «scontro politico». «Una nuova legge si può anche fare, e ben venga se serve almeno in questo settore a trovare un accordo con l’opposizione», ha commentato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, osservando, nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, che «le leggi sfrondano i rami, solo l’educazione sradica i pregiudizi. E su quello bisogna agire». «È un problema serio, la radice di tutto questo non può che essere ritrovata sul piano culturale», è stato invece il commento del presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.