Proseguono i combattimenti, anche in Cisgiordania

Teheran non vuole un allargamento del conflitto, ma avverte gli Stati Uniti e Israele che un’escalation potrebbe rivelarsi «inevitabile» se gli attacchi a Gaza proseguiranno. A dirlo al Financial Times è il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian: «In risposta agli Stati Uniti abbiamo detto che l’Iran non vuole che la guerra si allarghi ma, visto l’approccio adottato dagli Usa e da Israele nell’area, se i crimini contro la popolazione di Gaza e della Cisgiordania non si fermano, allora ogni possibilità potrebbe essere considerata, e un conflitto più ampio potrebbe rivelarsi inevitabile». Quanto al negoziato tra le parti per il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas, l’ambasciatore israeliano in Russia, Alexander Ben Zvi, ha oggi sottolineato che le trattative si erano interrotte proprio a causa dell’organizzazione terroristica. Mentre proseguono i combattimenti, nelle ultime ore anche in Cisgiordania, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in un’intervista alla Cbs, ha ammesso che gli sforzi per evitare le vittime civili «non hanno avuto successo». Ad ogni modo l’obiettivo di Israele rimane distruggere Hamas: «Cercheremo di portare a termine il lavoro con perdite civili minime. Questo è ciò che stiamo cercando di fare: ridurre al minimo le vittime civili. Ma sfortunatamente non ci siamo riusciti». Infine, centinaia di persone hanno oggi partecipato alle esequie di Noa Marciano, la soldatessa israeliana rapita da Hamas e trovata uccisa vicino l’ospedale al Shifa di Gaza City.