La Cina sostiene «tutti gli sforzi per ridurre l’escalation»

Il portavoce militare israeliano ha nelle ultime ore riferito che, tra aviazione e truppe di terra, l’esercito ha compiuto «4.300 attacchi, colpito centinaia di postazioni di lancio di missili anti tank, circa 300 imbocchi di tunnel, 3.000 siti del terrore, incluse cento imbottite di esplosivo e centinaia di centri di comando e controllo di Hamas». Mentre prosegue la guerra, con le autorità di Hamas che denunciano la morte di pazienti e bambini all’ospedale al-Shifa, prova a intervenire la diplomazia. Nella giornata di oggi l’Unione europea è tornata a chiedere pause umanitarie immediate a Gaza, ma anche la Cina si è espressa nel merito del conflitto alla luce del vertice Arabia Saudita-Africa e a quello straordinario congiunto arabo-islamico. «Attualmente, la situazione nella Striscia di Gaza è estremamente grave. La Cina sostiene tutti gli sforzi per ridurre l’escalation del conflitto e ripristinare la pace. Il vertice saudita-africano e quello speciale dei paesi arabo-islamici hanno emesso dichiarazioni chiare sul cessate il fuoco e la fine delle ostilità, sulla protezione dei civili, sull’aumento dell’assistenza umanitaria e sull’attuazione della soluzione dei due Stati», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning. Più complicata la posizione dell’Iran, che sostiene Hamas e che ritiene necessaria – come ricordato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani – la creazione di un unico Stato di Palestina, «dal fiume al mare». Vale a dire la totalità dell’area dove vivono israeliani e palestinesi, dal fiume Giordano alla costa sul Mar Mediterraneo.