Il 40% delle imprese ha ottenuto meno credito di quanto richiesto
Sono diversi gli effetti negativi rilevati dalle imprese per effetto della stretta al credito concesso dalle banche per via della politica monetaria restrittiva messa in campo dalla Banca Centrale Europea. Secondo il focus realizzato da Confcommercio, in collaborazione con Format Research, quasi il 40% delle imprese del terziario, nel corso del 2023 ha ottenuto meno credito di quanto richiesto, mentre circa l’80% degli imprenditori hanno riscontrato un aumento del costo del credito. Fattori che hanno portato il 40% delle imprese a rinunciare a investimenti già pianificati, con conseguenze che potrebbero pregiudicare le nuove assunzioni, la crescita, l’innovazione e la sicurezza delle imprese stesse. Commentando i dati, Carlo Sangalli – presidente di Confcommercio – ha detto l’unica vera preoccupazione dell’associazione di categoria oggi «è la stretta creditizia, un fenomeno che si sta acutizzando anche per effetto del rialzo dei tassi di interesse e che sta penalizzando le imprese del terziario, in particolare quelle di minori dimensioni: dal 2011 ad oggi i prestiti del sistema bancario verso le imprese con meno di 20 dipendenti si sono ridotti di oltre il 35%». «Serve, quindi una maggiore attenzione da parte del sistema bancario verso queste imprese – ha sottolineato – ma un importante banco di prova sarà anche la riforma del Fondo di garanzia per le Pmi che dovrà porre maggiore attenzione alle imprese meritevoli ma sottoposte a restrizione creditizia che, spesso, sono proprio quelle di minori dimensioni».