L’utilizzo non accorto di fondi europei e incentivi rischia di avere ripercussioni incontrollate

Nel corso della prima sessione, si è fatto riferimento allo studio Istat “La politica di coesione e il Mezzogiorno. Vent’anni di mancata convergenza”, che dimostra come l’utilizzo dei fondi di coesione dall’inizio degli anni Duemila ad oggi abbia prodotto un effetto regressivo nei settori di investimento, per l’incapacità di effettuare un’adeguata programmazione da parte degli enti locali. È dunque necessario favorire il dialogo tra i settori dell’istruzione, dell’Università e il mondo del lavoro, per migliorare l’attività di orientamento dei lavoratori e la capacità di programmazione dell’intero sistema. Come ricordato dal direttore di FondItalia, Egidio Sangue, le ricerche condotte da Isem-Cnr, sono orientate alla individuazione di visioni di sviluppo. Ciò che è accaduto al settore dell’edilizia negli ultimi anni dimostra l’importanza di agire avendo come riferimento una visione del sistema. Si è infatti passati dalla crisi del 2008 ad una improvvisa e eccessiva immissione di capitali tramite il superbonus, che ha generato una serie di problematiche tali da mettere in pericolo l’intero settore. Ma anche il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro è causato dalla mancanza di una visione. Tra le competenze maggiormente richieste ai lavoratori figurano le soft-skills. Purtroppo il Fondo Nuove Competenze, ad ulteriore prova di una mancanza di visione, ha tralasciato questo ambito, concentrandosi sulla transizione tecnologica e sulla transizione ambientale. I fondi interprofessionali possono aiutare il dialogo tra il mondo della formazione e il mondo del lavoro, soprattutto fornendo dati che non sono meramente qualitativi ma, in virtù del rapporto diretto che i fondi hanno con le imprese, possono arricchirsi di una dimensione qualitativa importante per comprendere come il sistema reagisca ai mutamenti. Infine, Sangue ha invitato ad elaborare una visione che tenga conto dell’opportunità rappresentata dal recupero e dalla valorizzazione dei borghi antichi quale volano per la ripresa economica soprattutto del Sud Italia.