L’orientamento è centrale nelle scelte di chi si avvicina al mondo del lavoro

La prima sessione di lavoro, intitolata “Innovazione, formazione e sviluppo economico”, è stata dedicata al disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, che ha la sua origine nel mancato coordinamento tra il sistema della formazione e il mondo produttivo. Ruggero Parrotto, presidente dell’associazione iKairos e curatore del rapporto 2022 del Cnel sul mismatch nel mercato del lavoro, si è soffermato sulla centralità dell’orientamento. A livello universitario, l’attività di orientamento dovrebbe essere svolta solo nei primi due anni, per poi lasciare il passo al placement. Ma l’attività di orientamento non dovrebbe limitarsi al mondo della formazione. Secondo quanto emerge dal citato rapporto del CNEL, i datori di lavoro non conoscono le competenze e le aspirazioni dei propri dipendenti, con la conseguenza che gran parte dei lavoratori è mal collocata all’interno delle aziende. Il rapporto del Cnel suggerisce di stipulare accordi tra Università, imprese e Regioni sia per risolvere il problema del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, sia per elevare la qualità dell’attività di formazione professionale continua. Infine, il rapporto del Cnel auspica la costituzione di una grande banca dati nazionale. Massimiliano Franceschetti, ricercatore dell’Inapp, si è soffermato sul ruolo della formazione tecnico-professionale, con 70mila giovani ogni anno e tassi di occupazione, a due anni dal conseguimento del titolo, di circa il 70%. Vi sono, però, settori con forti carenze, come la meccanica, l’edilizia, la logistica e i trasporti e altri in surplus, come la ristorazione, il tessile, il benessere e la cartotecnica. In un tale scenario, può servire la promozione delle competenze trasversali, o soft-skills. Pesa anche il calo demografico, su cui ha richiamato l’attenzione Nicola Patrizi, presidente di Federterziario. In futuro, tale calo si tradurrà in un deficit di competenze, conseguenza del minor numero di diplomati tecnici e di laureati, in assenza di una coerente governance.