Non si sblocca la trattativa fra il governo, che vede i sindacati, e ArcelorMittal

Davanti ad una situazione che non si sblocca e che continua a viaggiare nell’incertezza del presente e del futuro, le federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl rompono gli indugi e proclamano uno sciopero unitario in tutti gli stabilimenti ex Ilva di otto ore da tenersi entro il prossimo 23 novembre, quando è in programma l’assemblea del gruppo. La decisione è arrivata subito dopo l’incontro a Palazzo Chigi con il governo. Per i sindacati, non è più ammissibile che ArcelorMittal continui nel suo atteggiamento che finisce per colpire i lavoratori di Acciaierie d’Italia, ma anche dell’indotto e quelli transitati in Ilva in amministrazione straordinaria. Al momento, la situazione vede ArcelorMittal socio di maggioranza di Acciaierie d’Italia, con Invitalia come socio pubblico. Nelle scorse settimane, si sono rincorse voci su trattative più o meno segrete fra lo Stato e il colosso franco indiano, per cui i sindacati si aspettavano qualche informazione aggiuntiva e, soprattutto, di avere rassicurazioni sul futuro. Il governo, comunque, ha ribadito la volontà di rispettare «gli impegni assunti che prevedono l’assoluta esclusione di ipotesi di chiusura o liquidazione dello stabilimento di Taranto». Il problema più immediato rimane quello della mancanza di liquidità per cui proprio dall’assemblea dovrebbe arrivare l’indicazione circa il possibile e, soprattutto, necessario aumento di capitale.