La commissione Lavoro sente di nuovo i sindacati confederali

Nuova tornata di audizioni sul salario minimo legale. Già in primavera, la commissione Lavoro della Camera dei deputati aveva avviato una indagine conoscitiva sulle proposte di legge allora depositate, fra le quali alcune del Partito democratico, in particolare quella dell’ex ministro Andrea Orlando, e una del Movimento 5 Stelle con l’ex premier Giuseppe Conte, cosa che, visto il ruolo ricoperto dai due parlamentari nella passata legislatura, ha alimentato non poche polemiche. Successivamente, come noto, la minoranza parlamentare, esclusa Italia viva, ha presentato un progetto di legge unitario che ha trovato il supporto di Cgil e Uil, ma non di Cisl e Ugl rimaste coerentemente ferme sulla posizione espressa più volte dalle quattro sigle di valorizzare la contrattazione collettiva, senza necessità di fissare un parametro di legge per la paga oraria. Una posizione che è anche alla base del documento votato a larghissima maggioranza dal Cnel, dopo il mandato ricevuto dalla premier Giorgia Meloni, in seguito all’incontro che la stessa ha avuto con i leader dell’opposizione alla vigilia di Ferragosto. Rispetto ad allora, anche Forza Italia ha presentato un proprio progetto di legge che, nella sostanza, rimanda tutto alla contrattazione collettiva. Al momento, quindi, le posizioni appaiono inconciliabili, per cui una sintesi in sede parlamentare è oggettivamente difficile. In legge di bilancio, intanto, il governo ha confermato gli incentivi alla contrattazione collettiva aziendale, prevedendo anche una informativa preventiva alle rappresentanze sindacali unitarie in caso di erogazione dei fringe benefit a favore dei dipendenti.