di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Nel corso degli ultimi decenni, la digitalizzazione ha rivoluzionato molti aspetti della nostra vita quotidiana, tra cui il modo in cui gestiamo le nostre questioni finanziarie. Un chiaro esempio di ciò è la progressiva riduzione della presenza fisica degli sportelli bancari. La crescente adozione di servizi online, applicazioni mobili e altre soluzioni tecnologiche ha reso possibile svolgere gran parte delle operazioni da remoto. Una rivoluzione che, assieme al processo di fusione ed aggregazione fra molti istituti di credito, ha creato una vera e propria “desertificazione”, riducendo drasticamente il numero degli sportelli. Il dato aggiornato sull’impatto di questo fenomeno lo offre una ricerca di Bankitalia, «L’economia delle regioni italiane», in alcune anticipazioni fornite dal Sole 24 Ore: attualmente, in Italia, ci sono solo 36 sportelli bancari ogni 100mila abitanti, con una tendenza costante al ridimensionamento. Una riduzione in linea con la media Ue, anche se questa sintonia con il resto d’Europa non diminuisce la portata del fenomeno, specie date le caratteristiche particolari del nostro territorio, con molti Comuni piccoli e piccolissimi e tante zone montane poco servite, nelle quali la scomparsa delle banche ha coinciso con quella di altri servizi, pubblici e privati, privando il territorio di presidi non solo finanziari, ma anche di socialità e di sicurezza. Poi la differenza cronica tra Nord e Sud: nel primo la media degli sportelli resta alta, 48 ogni 100mila abitanti, a Sud scende a 23, in proporzione alla ricchezza della popolazione e della propensione al risparmio. Poi la questione del “divario digitale”, che rende la digitalizzazione dei servizi impattante in negativo per le persone meno formate sulle nuove tecnologie, come molti anziani, e per gli abitanti delle aree inadeguatamente connesse alla rete. E, naturalmente, il dato occupazionale, con la diminuzione degli organici già esistenti – a fine 2022 i dipendenti bancari italiani erano 264mila, solo 5 anni prima, nel 2017, erano 286mila – e della domanda di lavoro da parte delle banche. Un effetto della digitalizzazione particolarmente incisivo, come ormai noto, sui “colletti bianchi”. Un cambiamento che difficilmente sarà reversibile e che deve spingerci a riflettere e ad agire per affrontare la modernità trovando soluzioni adeguate che ne neutralizzino gli effetti negativi. Dal punto di vista occupazionale, tramite un modello di sviluppo adatto al mondo contemporaneo, che crei imprese e quindi lavoro. Con un’adeguata formazione digitale della popolazione. Con infrastrutture di rete moderne e capillari. Ma anche avendo ben chiaro l’elemento sociale, anche nelle zone meno urbanizzate, costruendo nuovi spazi di aggregazione e salvaguardando il presidio dei territori. Positivo, a questo proposito, l’inserimento nella finanziaria di una misura di carattere fiscale volta a favorire il mantenimento di sportelli bancari – e anche postali – nei piccoli comuni e nelle aree interne.