«Usa al lavoro per una pausa umanitaria»

Si chiude il vorticoso tour mediorientale del segretario di Stato americano, Antony Blinken. Ultima tappa, dopo gli incontri con i rappresentanti di Egitto, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Arabia Saudita, Israele e il segretario generale dell’Olp, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina: Ankara, in Turchia, il Paese che ospita una porzione della leadership del gruppo terrorista Hamas. «Stiamo lavorando su tutti i fronti per delle pause umanitarie» a Gaza ma «servono anche progressi sugli ostaggi, una cosa che ovviamente sta particolarmente a cuore ad Israele», ha detto Blinken, lasciando la capitale turca. Nel frattempo proseguono le operazioni sul terreno: l’IDF, le Forze di Difesa israeliane, hanno annunciato di aver diviso in due la Striscia di Gaza – «Essenzialmente oggi c’è una Gaza settentrionale e una Gaza meridionale», ha detto il portavoce dell’IDF, il contrammiraglio, Daniel Hagari –, rivendicando di aver colpito 450 obiettivi legati ad Hamas (tunnel, complessi militari, posti di osservazione, postazioni di lancio missili, terroristi, tra cui una dozzina di capi dell’organizzazione…). La situazione resta delicata: migliaia di civili sono “intrappolati” nella Striscia (circa 10mila le vittime, secondo il conteggio del ministero della Salute palestinese, controllato da Hamas). «Hamas usa chiaramente i civili come scudi umani», ha denunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, parlando agli ambasciatori dell’Unione europea. Che ha stanziato altri 25 milioni di euro in aiuti umanitari per i civili di Gaza.