Sui fringe benefit, datori di lavoro informano preventivamente la rappresentanza sindacale unitaria

Il disegno di legge di bilancio, il cui iter di approvazione è appena iniziato al Senato per concludersi entro la fine dell’anno, con il governo che si posto l’obiettivo di chiudere la partita qualche giorno prima di Natale, contiene diverse norme volte a rafforzare il potere d’acquisto degli stipendi. La principale è sicuramente quella che riprende il taglio del cuneo contributivo nella modalità già adottata da luglio di quest’anno, dopo l’intervento adottato con il decreto-legge Lavoro del Primo maggio, che ha rafforzato l’intensità dell’intervento previsto con la legge di bilancio per il 2023. Per il periodo di paga 1° gennaio 2024 – 31 dicembre 2024 è riconosciuto ai lavoratori dipendenti titolari di rapporto di lavoro subordinato, escluso domestico, con importo mensile pari a 2.692 euro per 13 mensilità un esonero, senza effetti sul rateo di tredicesima, dei contributi a proprio carico di 6 punti percentuali. La riduzione è incrementata di un punto percentuale nel caso in cui la retribuzione non ecceda l’ammontare di 1.923 euro, sempre su tredici mensilità. Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche. Occorre evidenziare due aspetti. L’esclusione della tredicesima dal taglio del cuneo contributivo è dettata, in questo momento, dall’ipotesi che la mensilità aggiuntiva del 2024 venga detassata per tutti i lavoratori dipendenti al di sotto di una determinata soglia. L’altro aspetto rimanda sempre alla riforma fiscale, in quanto il taglio del cuneo contributivo deve essere letta in coerenza con la riduzione delle aliquote e degli scaglioni Irpef. Inoltre, il disegno di legge di bilancio prevede, per il periodo di imposta 2024, la non concorrenza a formare il reddito del lavoro dipendente, entro il limite di mille euro, dei beni ceduti o dei servizi prestati dal datore di lavoro nonché le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche di acqua, elettricità, gas, affitto prima casa o interessi per il mutuo sempre prima casa. La soglia sale a 2mila euro in caso di figli.