Cambia Quota 103. Rivalutazione piena degli assegni fino a quattro volte l’assegno minimo, poi si riduce proporzionalmente

Capitolo previdenziale con luci ed ombre. Ricordato che l’esonero contributivo non ha effetti sull’ammontare delle pensioni future, nel presente la rivalutazione degli assegni pensionistici è piena fino a quattro volte il minimo, mentre scende progressivamente per gli assegni pensionistici di maggiore importo. È all’85% fino a cinque volte il minimo. Rispetto ai meccanismi di uscita, serviranno cinque mesi per l’Ape sociale ed un anno in più per Opzione donna, mentre i requisiti contributivi riprenderanno a crescere dal 1° gennaio 2025 per i lavoratori precoci e per la pensione anticipata targata Monti-Fornero. Dopo una lunga riflessione, della quale si trova traccia nelle diverse bozze circolate in queste settimane, il governo ha deciso di prorogare Quota 103, apportando, però, alcune modifiche alla normativa che resterà in vigore fino al 31 dicembre. In particolare, la finestra di uscita diventa di sette mesi, anziché di tre mesi come finora previsto nel settore privato, e di nove mesi nel pubblico, invece di sei mesi. inoltre, il trattamento pensionistico non potrà avere un valore lordo mensile superiore a quattro volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente. Tale riduzione vale per il periodo compreso fra l’uscita e il momento in cui maturerebbe il primo dei requisiti utili per le uscite della riforma Monti-Fornero. Restano ferme le scadenze temporali per le domande da parte del personale delle scuole.