di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Le alluvioni che stanno devastando il Centro-Nord ed in particolare la Toscana, causando, oltre che danni materiali, purtroppo anche vittime e dispersi, dimostrano che c’è bisogno di maggiore impegno nell’ambito della manutenzione del territorio. Uno sforzo al quale sono chiamati i cittadini, ma soprattutto le istituzioni, da quelle locali a quelle nazionali, in base alle proprie competenze. Ormai, basti pensare alla recente alluvione dell’Emilia Romagna, siamo di fronte ad uno scenario noto. Con il cambiamento climatico e le piogge abbondanti, spesso concentrate in brevi periodi di tempo e dopo periodi di siccità, la mancanza di manutenzione del territorio, il disboscamento e l’urbanizzazione incontrollata creano condizioni tali da provocare conseguenze disastrose. Occorre gestire meglio le acque piovane, attraverso la costante manutenzione o la costruzione di sistemi di drenaggio adeguati, dalle fognature ai canali di scolo. Bisogna preservare o ripristinare il patrimonio boschivo, oggetto invece di vandalismo, che andrebbe represso e punito in modo corrispondente al danno che crea alla comunità, perché priva il territorio di un elemento chiave, oltre che per la salubrità dell’aria, anche per l’assorbimento dell’acqua piovana. Poi un’accurata pulizia dei corsi d’acqua ed il mantenimento delle sponde di fiumi e torrenti. Informazione costante delle popolazioni su cosa fare in caso fenomeni atmosferici potenzialmente pericolosi. E poi la nota dolente dell’urbanizzazione selvaggia, dell’abusivismo, di piani regolatori malfatti, che, oltre ad aver danneggiato il nostro patrimonio di bellezze naturali ed architettoniche, ha accentuato notevolmente il rischio alluvioni. Sappiamo che queste non sono condizioni eccezionali, ma la “normalità” nel nostro Paese, dove, in base ai dati Ispra, oltre il 90% dei Comuni è a rischio dissesto idrogeologico, in una situazione che coinvolge più di 8 milioni di cittadini che vivono in aree ad alta pericolosità. Specie in alcune Regioni, non a caso fra le più colpite in questi giorni e nel recente passato: Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia, Liguria e poi la Campania, in questo stesso periodo alle prese con il fenomeno bradisismico dei Campi Flegrei. Un dissesto che minaccia i cittadini, le case, le aziende, specie nel settore agroalimentare, i beni culturali, così importanti per la nostra storia, ma anche per la nostra economia. È tempo di reagire con politiche adeguate ed investimenti importanti per la manutenzione del territorio, con un vero e proprio “Piano Marshall”, che potrebbe, oltre che avere effetti benefici dal punto di vista della sicurezza, avere ricadute occupazionali positive. Utilizzando tutte le risorse disponibili ed anche negoziando un intervento europeo, come per il Covid, per un problema che non riguarda solo l’Italia, ma l’intera Unione.