Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma. Adesso la parola passa al Parlamento

«È la madre di tutte le riforme». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo a margine del Consiglio dei ministri che ha approvato la riforma costituzionale che introduce il premierato. Si tratta di una riforma che «garantisce due obiettivi che dall’inizio ci siamo impegnati a realizzare: il diritto dei cittadini a decidere da chi farsi governare, mettendo fine a ribaltoni, giochi di palazzo e governi tecnici», ha spiegato il premier, aggiungendo che il secondo obiettivo è «garantire che governi chi è stato scelto dal popolo» con «stabilità». Pur essendo rivoluzionaria – non sono previsti i senatori a vita, ad eccezione degli ex presidenti della Repubblica e degli attuali senatori a vita, tra le altre cose –, la riforma non stravolge il ruolo «di assoluta garanzia» del capo dello Stato: «Abbiamo deciso di non toccarne le competenze, salvo l’incarico al presidente del Consiglio». Considerando l’impatto che avrà sul Paese – Meloni ha assicurato che la riforma permetterà all’Italia di passare alla Terza Repubblica –, il governo punta ad ottenere il consenso più ampio possibile, anche tra le forze che compongono l’opposizione (questo, del resto, era il senso degli incontri che la ministra per le Riforme costituzionali, Maria Elisabetta Alberti Casellati, aveva avuto con i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento): «Non vogliamo imporre» il testo, ha detto il premier, osservando che «raccoglie i suggerimenti raccolti durante il confronto sia con la maggioranza sia con l’opposizione, sia con la società civile». Secondo il vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani, si tratta di «una riforma che va nella direzione della stabilità e governabilità. Un governo politico è forte perché rispetta il mandato degli elettori. Più stabilità e zero ribaltoni. È una questione di credibilità internazionale. Se passa la riforma i nostri interlocutori parleranno per cinque anni con gli stessi ministri italiani. Rafforzerà anche sui mercati la posizione del nostro Paese. Sono contento che non siano stati toccati i poteri del capo dello Stato che è sempre una garanzia».