Blinken in visita a Tel Aviv: «Salvaguardare i civili»

Due immagini contrastanti hanno scandito la giornata nel 27esimo giorno di guerra in Medio Oriente tra Israele e Hamas. Da una parte la visita a Tel Aviv del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, una missione a metà tra il sostegno all’alleato colpito il 7 ottobre e la mediazione per evitare una strage di civili; dall’altra l’atteso discorso del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, il quale ha esultato per le azioni di Hamas. «Il nostro dovere è dare tutto, credere in questa chiamata, siamo pronti al sacrificio, a dare tutto. Dobbiamo essere tutti consapevoli che combattere Israele è un chiaro esempio della causa di Dio», ha detto non a caso il leader di Hezbollah, aggiungendo che «la nostra battaglia è pienamente legittima, dal punto di vista legale e religioso, contro l’occupante sionista». Nasrallah ha quindi incolpato gli Stati Uniti per la situazione e invitato i paesi arabi a rompere le relazioni con Israele. Nella sua visita a Tel Aviv, invece, Blinken ha ricordato – come del resto secondo la linea statunitense adottata dall’inizio del conflitto – che è importante «fare il possibile per riportare gli ostaggi a casa e fare il possibile per salvaguardare le persone a Gaza». «Restiamo convinti – ha spiegato Blinken – che Israele non solo abbia il diritto, ma anche il dovere di difendersi e di fare tutto ciò che è in suo potere per garantire che il 7 ottobre non si ripeta mai più». Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha però ribadito che non ci sarà cessate il fuoco se prima non verranno liberati gli ostaggi da Hamas. Blinken ha infine auspicato un rapido percorso per la soluzione dei due Stati.