di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Uno degli obiettivi di legislatura del Governo Meloni, come noto, è il piano Mattei, che prende il nome e trae ispirazione dal presidente dell’Eni che, nel dopoguerra, cercò un approccio paritario con le nazioni africane per l’approvvigionamento energetico. Un progetto strategico, per riscrivere le relazioni tra Italia ed Africa nel segno di una vera cooperazione, utile per entrambe le sponde del Mediterraneo, dal punto di vista energetico, ma anche con effetti sulla stabilità politica e lo sviluppo economico e sociale degli Stati africani e quindi su una diminuzione ed un maggiore controllo del fenomeno migratorio. Ora, il Consiglio dei Ministri previsto per venerdì 3 novembre dovrebbe compiere un primo passo per la realizzazione del Piano: sul tavolo del governo arriverà infatti lo schema di decreto legge recante «disposizioni urgenti per il Piano Mattei per lo sviluppo in stati del continente africano» e si procederà all’istituzione della governance chiamata a gestire il progetto, nella quale verranno coinvolti tutti i ministeri, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ma anche esponenti del mondo dell’Università e della ricerca, delle imprese a partecipazione pubblica, del terzo settore. Una struttura che, data l’importanza del progetto, sarà presieduta dalla stessa Giorgia Meloni. Un primo passo necessario a concretizzare il Piano, che dovrebbe prendere il via dall’inizio del prossimo anno. Un disegno condiviso dall’Ugl, perché potrebbe, se attuato così come nelle intenzioni del Governo, cambiare in positivo il volto non solo del nostro Paese, ma anche di buona parte del mondo a noi vicino, con effetti considerevoli. Un Piano, per questo, come lo fu a suo tempo quello di Enrico Mattei, a rischio di essere contrastato da chi beneficia dell’attuale situazione di instabilità, povertà ed insicurezza che caratterizza il continente africano. Difficile non leggere in questo modo quanto accaduto recentemente a Palazzo Chigi, con il cosiddetto “scherzo telefonico”, proprio a tema Africa, organizzato dal duo comico russo Vovan e Lexus, riuscito a passare attraverso le maglie della sicurezza che dovrebbe proteggere le nostre Istituzioni da simili inconvenienti. Un audio del Premier estorto con l’inganno e che, tuttavia, si è rivelato un buco nell’acqua dato che le posizioni su vari argomenti importanti di politica internazionale espresse da Meloni al sedicente leader dell’Unione Africana sono state esattamente identiche a quelle ribadite in ogni occasione pubblica dallo stesso Premier italiano. Un segno, chiaro, però, di quanto le azioni innovative messe in atto dal nostro Governo, specie nell’attuale difficilissimo frangente politico internazionale, siano oggetto di molte attenzioni, non sempre amichevoli, e della necessità di portarle avanti, con convinzione e fermezza.