Secondo il premier, i due dossier, tra i più importanti sul tavolo di palazzo Chigi, sono strettamente connessi

«L’autonomia differenziata cammina di pari passo con il premierato, le due cose si tengono insieme». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un colloquio con Bruno Vespa per il suo ultimo libro, “Il rancore e la speranza”, in uscita l’8 novembre, proprio nei giorni in cui la riforma costituzionale, che potrebbe introdurre il premierato, ha subito un’accelerazione. A Vespa, Meloni ha spiegato perché reputa i due dossier, tra i più importanti sul tavolo di palazzo Chigi, strettamente connessi: «Oggi il grande vulnus è dato dal fatto che le regioni hanno un’autorevolezza e una stabilità che mancano al governo centrale, perché il presidente del Consiglio non è eletto direttamente. Se vuoi dare ulteriori poteri alle regioni virtuose, devi avere i giusti contrappesi. Noi potremo trasferire altre risorse e competenze nel rapporto bilaterale con le regioni che lo meritano, a patto di non togliere nulla alle altre. Perciò è indispensabile stabilire la soglia dei servizi essenziali sotto la quale nessuna regione può andare». «Non mi stupisce che le prime» regioni «a scagliarsi siano quelle in fondo alla classifica della capacità di spendere i fondi europei di coesione», ha invece detto, replicando a Vespa che le chiedeva perché alcune regioni, perlopiù meridionali, sostengono che l’autonomia differenziata potrebbe penalizzare loro.