Pil Italia fermo a zero nel terzo trimestre

In occasione della Giornata mondiale del Risparmio, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nell’ultimo giorno del suo mandato, ha posto in evidenza «la fase di sostanziale ristagno del Pil», una situazione che, diversamente da quello che si può immaginare, «è proseguita in Italia anche nell’estate». «Le nostre indagini e gli indicatori qualitativi continuano a segnalare una diffusa debolezza dell’attività manifatturiera; nonostante il buon andamento del turismo, nei servizi sembra essersi esaurito il forte recupero che ha fatto seguito alla fase più acuta della pandemia», ha aggiunto. D’altronde, in «un contesto difficile come quello attuale stime puntuali hanno natura puramente indicativa». Ricordando scenario di base illustrato nel Bollettino economico della Banca d’Italia, pubblicato a metà ottobre, Visco ha ricordato e snocciolato numeri incontrovertibili: «La crescita del Pil sarebbe pari allo 0,7 per cento quest’anno, allo 0,8 nel 2024 e all’1 nel 2025». Ma esistono comunque «rischi» che circondano tali stime «sono, come per quelle sull’economia mondiale e sugli altri principali Paesi dell’area dell’euro, orientati al ribasso, soprattutto per l’acuirsi delle tensioni geopolitiche e l’irrigidimento delle condizioni di finanziamento».
Ciò non vuol dire che l’economia italiana non disponga di fondamentali solidi, «ma è importante attuare riforme per la crescita», ha sottolineato ancora Visco. Quali sono i fondamentali solidi? «La disponibilità di risparmio del settore privato è elevata e il suo debito è contenuto nel confronto internazionale». Tuttavia, altri segnali non esattamente positivi arrivano da Eurostat: nel terzo trimestre di quest’anno il Pil nell’Eurozona è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.