L’analisi di Confindustria: pesano fattori geopolitici e tassi d’interesse alti

Con il passare dei mesi, l’economia italiana si sta indebolendo sempre più, tanto da portare Confindustria a riformulare le stime di crescita per l’anno in corso ed il prossimo, entrambi influenzati pesantemente dalle dinamiche geopolitiche e dalle strategie di politica monetaria messe in atto dalla BCE. Nel 2023, secondo le previsioni, il Prodotto Interno Lordo dovrebbe attestarsi al +0,7%, per rallentare ulteriormente nel corso dell’anno successivo, al +0,5% (dal +1,2% ipotizzato nelle stime di marzo). Analizzando i principali indicatori macroeconomici, l’associazione di categoria stima un calo del 2,3% della produzione industriale quest’anno, dopo il +0,4% del 2022, e un lieve rimbalzo al +0,8% alla fine del 2024. «A soffrire – spiega Confindustria – sono principalmente i cosiddetti settori energy intensive e quelli che rientrano nella filiera delle costruzioni», tutti con livelli produttivi inferiori alla media del 2019. Andamento opposto per i comparti ad alta tecnologia, come farmaceutica, informatica ed elettronica. Per quanto riguarda invece i consumi, la spesa delle famiglie a attesa stazionaria per la seconda metà del 2023, mentre dovrebbe tornare a crescere nel 2024, soprattutto nel corso del secondo semestre. A preoccupare Confindustria sono poi gli investimenti: per quelli fissi lordi, secondo le stime, si stima un +0,5% quest’anno e un -0,1% durante il 2024. Un dato, si legge nell’analisi, «in forte ridimensionamento rispetto agli anni scorsi: crescevano del 9,7% nel 2022 e invece saranno fermi nel 2024».