Condotta anche incursione terrestre nel nord di Gaza

L’esercito israeliano ha annunciato di avere ucciso un comandante di Hamas, nel raid su Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza: il responsabile del sistema missilistico nell’area, Hassan al-Abdullah. L’attacco al momento registra un bilancio di oltre 20 morti e più di cento feriti. Inoltre sono più di 250 gli obiettivi di Hamas colpiti da Israele nelle ultime 24 ore, secondo il portavoce militare Daniel Hagari. Ad essere colpiti sono stati infrastrutture e centri operativi di comando «piazzati nel cuore di aree civili». L’accusa da parte israeliana, infatti, è che Hamas usi «deliberatamente luoghi civili a fini terroristici». Quanto all’incursione terrestre nel settore nord di Gaza, avvenuta questa mattina con l’ingresso di forze di fanteria e di mezzi blindati, Hagari ha sottolineato che «rientra nei nostri preparativi per la prossima fase della guerra». Nell’operazione, ha quindi riferito, sono stati uccisi «terroristi, e distrutto infrastrutture terroristiche di Hamas. Hanno disinnescato ordigni, e neutralizzato imboscate» per «preparare il terreno alle prossime fasi della guerra». Secondo fonti palestinesi, però, nell’incursione di questa mattina è stato bombardato anche il sobborgo di Zwaida, vicino a Deir al Balah. Stando alle cifre fornite dai vertici di Hamas, il bilancio a Gaza supererebbe le settemila vittime. Ancora il portavoce militare israeliano ha fatto sapere che è salito a 224 il numero aggiornato degli ostaggi in mano di Hamas. «La loro liberazione ha per noi la massima priorità», ha dunque aggiunto. Intanto l’Onu ha affermato che «nessun luogo è sicuro» a Gaza. Nel dettaglio, in un comunicato, la coordinatrice degli Affari umanitari per i territori palestinesi, Lynn Hastings, ha sottolineato che gli «avvisi anticipati» dell’esercito israeliano alla popolazione «non fanno alcuna differenza».