di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Nella manovra in arrivo sono presenti delle misure di sostegno alle lavoratrici ed ai lavoratori con figli ed alle famiglie, per accrescere il sostegno pubblico alla genitorialità. Misure che, nell’ambito di una legge di bilancio che necessariamente deve tener conto dei limiti di spesa, portano avanti una visione incentrata sulla natalità e sulla famiglia. Un tema molto importante per il nostro Paese, a causa della spirale demografica che sta portando ad un rapido invecchiamento della popolazione, con conseguenze negative per il futuro dell’Italia, e che quindi deve essere affrontato con adeguate contromisure. Nella bozza di manovra si prevede, a partire dal primo gennaio 2024 e fino al 31 dicembre del 2026, uno sgravio contributivo al 100%, fino comunque a un massimo di 3mila euro annui, senza limiti di reddito, per tutte le lavoratrici madri con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, ad esclusione di quelle impiegate nel lavoro domestico. Con una durata della decurtazione sui contributi per la quota a carico della lavoratrice connessa al numero di figli: fino ai 10 anni del figlio minore per chi ha due bambini, fino alla maggiore età del figlio minore per le lavoratrici che abbiano tre o più figli. Una disposizione che si aggiunge agli incentivi previsti per le aziende che assumono lavoratrici madri a tempo indeterminato. Un altro elemento interessante di novità consiste nel potenziamento del congedo parentale facoltativo, stavolta non solo per le mamme, ma anche per i papà, che dovrebbero poter usufruire di un mese in più di congedo, per un totale quindi di due mesi, entrambi all’80% dello stipendio per tutto il 2024, mentre dall’anno successivo il primo mese sarebbe retribuito sempre all’80% ed il secondo al 60%, un congedo utilizzabile fino al compimento di sei anni del figlio, che la coppia può decidere di utilizzare in alternativa fra madre e padre ed anche di suddividere. Un punto che va nella direzione di una maggior condivisione dei ruoli di cura all’interno della famiglia, tra madri e padri, anche a beneficio delle pari opportunità sul lavoro per le donne. Poi c’è un incremento del bonus nidi, che dovrebbe arrivare a 2.100 euro, attraverso un aumento dello stanziamento pari a 150 milioni di euro per il 2024, per le le famiglie che pagano la retta per mandare i bimbi piccoli in una struttura, sia pubblica che privata. In questo caso, però, la misura è connessa al reddito del nucleo familiare ed è rivolta ai secondi figli nati dal primo gennaio 2024 in nuclei con già un minore under 10 e un tetto Isee di massimo di 40.000 euro. Infine, tra le misure specificamente rivolte al sostegno della natalità, anche i “fringe benefit”, ovvero i bonus aziendali per beni o servizi rivolti ai propri lavoratori: il dipendente con prole potrà avere buoni fino a duemila euro.