Sarebbe stato davvero assurdo aver chiesto alla équipe del Pronto soccorso del Policlinico di Bari “Vito Procacci”, come a tutte quelle del Ssn durante l’emergenza Covid, di fare sacrifici oltre lo straordinario, perché la straordinarietà era già di fatto richiesta e praticata prima e anche oggi, e poi lasciare che venissero multati, poco o molto non avrebbe fatto grande differenza in termini di principio, «per aver lavorato troppo».
È questo uno dei paradossi italiani e, in particolare, del Ssn il quale, bersagliato da anni, decenni, di tagli al limite dell’anti-costituzionalità, si ritrova, grazie alla legge di bilancio, protagonista di un cospicuo stanziamento di risorse (3 miliardi in più rispetto ai 2,3 miliardi già stanziati e cioè ben 5,3 miliardi), il primo da forse più di venti anni, che, tuttavia, a causa dei suddetti precedenti tagli, potrebbe rivelarsi non sufficiente.
Se non fosse intervenuto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e in seguito la ministra del Lavoro, Marina Calderone, a bloccare l’azione ispettiva messa in moto dalle segnalazioni di un’associazione sindacale autonoma contro i mancati riposi e il superamento degli orari massimi di lavoro del personale medico nel corso del 2021, ci saremmo ritrovati di fronte ad un precedente pericoloso per tutte le altre strutture pubbliche che, a causa della pandemia, hanno appunto «lavorato troppo».
Il primario dello Policlinico di Bari in questione, Vito Procacci, nella lettera-appello inviata alla più alta carica dello Stato ha spiegato molto bene il suo increscioso caso: durante il Covid, il Policlinico ha salvato la vita a circa 8.600 pazienti, di cui 1.600 ventilati meccanicamente, ma, a causa dei sacrifici richiesti all’équipe, ha ricevuto dall’Ispettorato del lavoro una lunga serie di sanzioni amministrative e una multa di 27.100 euro.
Caso risolto? Piuttosto, ennesimo paradosso evitato. Ma altri paradossi permangono. Se per oltre tre italiani su quattro la Sanità deve essere pubblica e per il 90% dei cittadini deve essere una priorità del Governo nella Finanziaria, vuol dire che il Ssn, e sappiamo che è così per una serie di parametri totalmente sballati, che portano i cittadini a dover rinunciare alle cure quando non possono permettersi di affrontarle attraverso le strutture private, deve ri-diventare uno dei protagonisti del rilancio del nostro Paese, dopo anni di scelte miopi e scellerate. Cosa che è possibile solo con ingentissime risorse, non esattamente nella disponibilità dell’attuale Governo, e con interventi che devono avvenire in tempi brevi. È davvero paradossale che, ad accusare esecutivo Meloni di aver stanziato risorse insufficienti, sia proprio quella parte politica che, con grande disinvoltura, amava e difendeva l’austerity nei conti pubblici.