«La causa è riconducibile al consumo dei combustibili fossili, ancora troppo elevato»

Il target fissato dall’Accordo di Parigi del 2015 – limitare l’incremento della temperatura media globale a 1,5 gradi – è difficilmente raggiungibile. Lo denuncia l’Iea, l’Agenzia internazionale per l’Energia, sottolineando, nel suo ultimo rapporto, “World Energy Outlook 2023”, che la causa è riconducibile all’utilizzo dei combustibili fossili, ancora troppo elevato. «Ciò rischia non solo di peggiorare gli impatti climatici dopo un anno di caldo record, ma anche di minare la sicurezza del sistema energetico, che è stato costruito per un mondo più fresco con eventi meteorologici meno estremi», aggiunge l’Iea nel dossier, diffuso ad una manciata di settimane dall’inizio della Cop28, a Dubai, in programma a novembre. «Piegare la curva delle emissioni su un percorso coerente con 1,5 °C rimane possibile ma molto difficile», prosegue l’Iea, avvertendo che «i costi dell’inazione potrebbero essere enormi: nonostante l’impressionante crescita delle energie pulite basata sulle attuali impostazioni politiche, le emissioni globali rimarrebbero sufficientemente alte da far aumentare le temperature medie globali di circa 2,4 °C in questo secolo, ben al di sopra della soglia chiave stabilita dall’Accordo di Parigi». Triplicare la capacità rinnovabile globale; raddoppiare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica; tagliare del 75% le emissioni di metano prodotte dalle attività dei combustibili fossili sono tre delle cinque iniziative proposte dall’Iea per provare a raggiungere il target di Parigi.