Imprese, aumentano tra luglio e settembre. Male commercio e attività manifatturiere con un tasso di crescita inferiore allo 0,1%

Nonostante un contesto che non ne incentiva la nascita, tra luglio e settembre il Registro delle imprese delle Camere di Commercio ha rilevato un saldo attivo di 15.407 attività economiche (+0,26% rispetto a giugno), come differenza tra 59.236 nuove iscrizioni e 43.8299 cessazioni di attività. Effettuata sulla base di Movimprese, l’analisi trimestrale condotta da Unioncamere e InfoCamere descrive una lieve ripresa della vitalità del sistema imprenditoriale italiano. Una vitalità contenuta, anche in termini assoluti: il saldo si colloca al di sotto della media degli ultimi dieci anni e i flussi di aperture e chiusure si segnalano tra i meno brillanti del periodo. Ma bisogna considerare i molti fattori che le ostacolano: inflazione ancora alta, il costo del denaro portato dallo 0 al 4% in 11 mesi, l’impennata conseguente di mutui e prestiti, l’incertezza che regna sovrana. Quasi un quarto del saldo è appannaggio del settore delle costruzioni (4.213 imprese in più rispetto a giugno, pari al + 0,5%), mentre il tasso più sostenuto è per le attività professionali, scientifiche e tecniche (+1,1% pari a 2.597 attività). Alloggio e ristorazione: +2.825 unità e cioè +0,62% rispetto a giugno. Un’impresa su tre (19.929) nasce nella veste di società di capitale, ma, in termini assoluti, è l’impresa individuale la principale forma organizzativa scelta dai neoimprenditori, che, tuttavia, a fronte delle 31.596 chiusure, contribuisce al bilancio trimestrale con sole 3.935 unità (+0,13%). Male il commercio e attività manifatturiere, con tasso di crescita inferiore allo 0,1%. In campo negativo anche agricoltura, silvicoltura e pesca (-0,1%).